Maltagliati con ragù all’antica
Ci sono gesti che sanno di antico, attività passate di moda ma così piacevoli e rilassanti che mai e poi mai ci verrebbe in mente di abbandonarle. Curare il proprio orto, per esempio. La soddisfazione di veder crescere le piante, di raccoglierne i frutti e di addentarli sul posto. Roba d’altri tempi per carità.
Io mi riconcilio con il mondo preparando la pasta all’uovo e tirandola con il mattarello. Le amiche e gli amici mi guardano in modo strano, tra il divertito e l’allucinato, ma quando ho bisogno di staccare, di concentrarmi su di me fare la pasta e rullarla sul mattarello mi aiuta. Sarà perché mi porta a ricordare e risento il rumore familiare del legno che scivola sul tagliere, ritrovo l’odore tipico della farina impastata con l’uovo. A volte accarezzo la sfoglia proprio per ascoltarne il rumore sotto le dita, un fruscio, come quando si accarezza qualcosa di poroso e ruvido e quel rumore lieve mi porta indietro. La cucina del ricordo mi appartiene, ritrovare un sapore mi emoziona come ritrovare un vecchio amico. Ecco quindi la ricetta di questi maltagliati, un formato di pasta inconsueto per un primo piatto asciutto ma perfetto per questo ragù fatto con poco, solo durelli di gallina. Un gusto antico, che ha l’odore del legno nella stufa e la carezza di una mano resa ruvida dal lavoro nei campi, poche parole e un piatto fumante messo davanti ad una ragazzina.
Maltagliati con ragù all’antica
( per 2 persone)
Per la pasta:
- 200 gr di farina 00
- 2 uova codice 0
Per il ragù:
- 4/5 durelli di gallina (circa 150 grammi)
- 3 cucchiai di carota, sedano, cipolla tritati
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- 1 cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro
- 4 foglie di salvia
- 1 rametto di rosmarino
- 4 rami di timo
- sale e pepe
Preparare la pasta impastando la farina con le uova. Far riposare la pasta avvolgendo la palla nella pellicola. Tirare la pasta con il mattarello per ottenere una sfoglia ruvida.
Pulire e lavare i durelli con cura, tagliarli a pezzi grossolani e poi tritarli nel mixer. Far soffriggere in abbondante olio extra vergine il trito di carota, sedano e cipolla per 5/7 minuti dopodiché aggiungere i durelli, la metà delle erbe aromatiche, salare e pepare. Sfumare con il vino bianco, aggiungere un cucchiaio di doppio concentrato di pomodoro e far proseguire la cottura a fuoco bassissimo per 2 ore aggiungendo un po’ di acqua calda se necessario. Mezz’ora prima di spegnere il fuoco aggiungere le erbe aromatiche lasciate da parte, in questo modo il ragù acquisterà più sapore.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire con il ragù facendo attenzione a lasciare un po’ di acqua di cottura da parte per diluire leggermente il sugo.
Ma sai che anche l'altro giorno facendo gli gnocchi sulla spianatoia di legno ho provato le stesse sensazioni di cui scrivi e ti giuro mi sembrava che ci fosse ancora la nonna ha impastare insieme a me. E l'odore dell'impasto sul legno, esattamente come allora!!!Favoloso questo tuo piatto che racchiude con sè il potere dei ricordi e della tradizione! Un bacione e buona giornata!
mi ricordano le ricette dei nonni..x tanti schifettosi, basta non sapere gli ingredienti e lasciarti trasportare dai meravigliosi sapori..brava x aver proposto questa meraviglia
ci sono gesti, profumi che riportano indietro nel tempo. bello.
complimenti per questa ricetta
Ah il ragù all'antica!!!E poi i maltagliati!!!Ho capito ….mi vuoi far morire di fame di prima mattina.
Brava come sempre.
devo passare…però posso tenermi i maltagliati “nature” ? ^_^
Piace molto anche a me fare la pasta fatta in casa!
Complimenti per questo tuo bellissimo piatto che sa di amore per la casa e non solo!
Un bacione!
come ti capisco, sono gesti rilassanti anche per me e la tua ricetta è deliziosa soprattutto il ragù. un bacione
Marina che belle sensazioni che descrivi… anche io amo chiudermi in cucina ad impastare, stendere la pasta a mano, formarla…. è uno di quei riti antichi che sembrano riportare tutto ad un equilibrio perfetto!
E questo ragù con i durelli, lo trovo fantastico!
@: Che dite mi sono fatta prendere dalla nostalgia? Troppo melanconica! e sì che oggi qui è anche tornato un po' di caldino e il sole è bello alto… è andata così, un bacio a tutte che siete sempre così carine!
Ah Marina, che poesia. Il tuo post è pura poesia. Mi provochi déjà vu e risento il suono del mattarello di mia nonna che terminava la stesa della sfoglia rotonda e grande come il tavolino, facendola srotolare dal mattarello con uno schiaffo sonoro e portentoso. Stavo ore a guardarla. Lo sai che adesso quando stendo la pasta a mano, mi viene naturale seguire il suo ritmo, è come se lei mi guidasse. Solo che lo schiaffo ancora non mi riesce.
Il weekend è stato stupendo. Alla fine abbiamo cenato all'Osteria della Sangiovesa perchè tutti gli altri erano pieni. Anche lì abbiamo atteso, ma ha valsa la pena. Ho mangiato dei passatelli in brodo da estasi. Una bellissima sorpresa l'abbiamo avuta a Cervia, dove c'era una piccola fiera del cioccolato e dove casualmente siamo finiti in una osteria deliziosa chiamata “Il Cantinone” dove abbiamo mangiato in maniera fantastica, e ti posso garantire che né io né mio marito siamo persone che si accontentano. Carini, disponibili e piatti ottimi con scelta di materie prime, tra cui un culatello da paura, che ricorderò per un bel pezzo. Ti ringrazio davvero per tutti i tuoi consigli che terrò gelosamente per le prossime volte.
PS Dimenticavo, questi maltagliati fanno onore alla tua terra. BAcio, Pat
Che brava!!! Io il mattarello l'ho usato una sola volta…il giorno dopo le braccia erano distrutte!!! Bravissima
Non so come commentare perchè mi hai lasciata senza parole!
Ti capisco benissimo, anche io provo piacere nel sentire l'impasto tra le mani, mi piace l'odore e anche la rilassatezza che mi trasmette. Ho fatto gli gnocchi la scorsa settimana, era tanto tempo che non li facevo, è stato un piacere riscoprire con la nuova stagione una ricetta che non morirà mai…come la tua!
Anche a me piace molto fare la pasta in casa, e mi piace molto anche vederla fare. E' un incanto.
Mangerei con piacere questo tuo piatto anche se non so' cosa sono i durelli di gallina, a quale parte corrisponde.
Marina che bel ricordo… davvero un piatto rustico come questa sfoglia con un ragù superbo! un bacione Ely
quanta fameeeee!!
Hai proprio ragione, ci sono gesti dimenticati che appagano l'anima.
Mi ricordo anche io quando mia nonna mi preparava questo tipo di pasta ed era bellissimo!
Un abbraccio!
Questa tua ricetta con tuffo nei ricordi mi ha incantata. Meravigliosa! la succulenza è salita a livelli indecenti (pur avendo già cenato)Un bacio
Ciao carissima!!! Ci credi che anche le mie colleghe a volte mi guardano allucinate? Sicuramente non tutti ci capiscono, ma che ci importa? L' importante è rilassarsi e stare bene con noi stesse e se questo succede cucinando o preparando della deliziosa pasta fatta in casa come questa, ben venga!!!! Sono felice che ti sia piaciuto il mio contest…Ti aspetto!! Un bacione e buona serata…
Indietro nel tempo mi ci hai riportato anche adesso con il tuo post, a quella cucina di campagna in cui era la nonna a tirare la sfoglia al materello e io in piedi sulla seggiolina che la guardavo ammirata con tanta voglia di aiutare. Non ho mai imparato a tirare bene la sfoglia della pasta, ma mi “riconcilio” col mondo sfornando biscotti e in questo periodo credo di avere tanto da riconciliarmi!!!
Non amo il ragù ma i tuoi maltagliati sono stupendi, ruvidi e porosi perfetti per abbracciare il condimento. Un bacione, buona giornata
Che post delicato e poetico, cara Marina! Con te mi sono ritrovata a passeggiare in un orto e osservare la crescita delle piante, in cucina a tirare la sfoglia, a rimescolare il tuo antico ragù.
Anch'io sento spesso il bisogno di gesti semplici e la sfoglia, così come impastare il pane, sono due cose che mi piace fare moltissimo.
Ottimo il tuo piatto.
Baci
Ciao Marina, cpm'è bello quando ci delizi con ricette della tradizione; le sai riproporre sempre con un'abilità davvero invidiabile. Molto belle anche le immagini che ci raccontano questa splendida pasta. Grazie e un bacio
Vedi il visino teso? Porgo la guancia, chè questa carezza me la voglio prendere tutta, e in pieno. Un abbraccio carezzoso
Delicatezza e gusto e me ne vado se no mi commuovo…
Non ho mai affrontato la pasta fatta in casa, però è di una delizia…Buonissimi i tuoi maltagliati!
E' vero: impastare, sentire la farina sotto le mani rilassa. Sarà perché è un gesto antico, lento ed accurato, qualcosa che sembra estraneo al mondo frenetico di oggi. Anche questo post, il tuo racconto, le tue foto, riconciliano con il mondo :)
Un bacione cara.
ciao Marina, niente di meglio! Ehi ti va partecipare al mio nuovo contest, vista la vittoria al precendente?
Bè, se tu ti rilassi con la pasta fatta in casa io mi rilasso con l'uncinetto e il disegno ^^! Emmmmmm, a parte gli scherzi, finalmente un'altra “cuoca” che usa i durelli di gallina in cucina: con mia nonna materna erano d'obbligo nel ragù dei vincisgrassi oppure in umido o con rosmarino e aglio^^.
Un salutone e al prossimo incontro rustico davanti a un bel bicchiere di vino^^.
ciao Marina ! a casa mia non si faceva la pasta ma io la faccio e risento l'eco d tante donne prima di me in quei movimenti…Grazie del tuo post, ricrei un'atmosfera magica e poetica. E quel ragù mi ricorda i ragù toscani , quelli sì , della mia famiglia ! Un abbraccione e una buona settimana !!
@Tutte/i: avete risposto in tante… sono felice di avervi fatto tornare indietro nel tempo, proprio come accade a me ogni volta che mescolo farina e uova sul tagliere! Grazie a voi…