Risotto con gli stridoli
Gli stridoli (silena inflata l.) sono un’erba spontanea che cresce un po’ ovunque e che si raccoglie in questa stagione non solo in Romagna ma in tutta Italia. L’unico problema è che da ogni parte ha un nome diverso: da sclopit a silene, da tagliatelle della Madonna a carletti e questo solo per citarne alcuni. Se ne raccolgono i germogli, teneri e freschi con cui in Romagna si realizzano diverse ricette: ragù, frittata, minestra, polpette e risotto.
Si dà il caso che quest’anno l’orto di famiglia sia stato seminato a stridoli e che abbiano attecchito benissimo, talmente bene che siamo piacevolmente invasi da questo ingrediente dal sapore leggermente amaro che adoriamo sia come condimento della pasta che in frittata. Di solito ci condisco le tagliatelle (e la ricetta l’avevo già postata tempo fa qui!) ma reduce dall’acquisto di un profumatissimo Vialone Nano non ho resistito alla variante risotto. La ricetta è davvero facile, pochi semplici passaggi e sarete in paradiso :)
Risotto con gli stridoli
1 mazzo di stridoli
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio extravergine
20 g di burro + un po’
180 g di riso Vialone Nano
600 ml di acqua calda salata
3 cucchiai di Parmigiano grattugiato 24 mesi
(Per 2 persone) Come prima cosa prendete gli stridoli e separate le foglie dagli steli. Lavateli e scolateli bene. Tritate lo spicchio d’aglio molto finemente, prendete una padella versateci un paio di cucchiai di olio e fateci soffriggere l’aglio. Aggiungete gli stridoli, abbassate la fiamma e mettete il coperchio. Lasciate cuocere per una decina di minuti o fino a quando non diventano teneri. Una volta cotti rovesciateli su un tagliere e tritateli finemente.
In una casseruola per risotto fate sciogliere il burro, unite il riso e tostatelo per un paio di minuti. Dopo la tostatura iniziate ad aggiungere l’acqua calda salata un po’ alla volta, mescolando ogni tanto perché non attacchi. A metà cottura unite gli stridoli tritati. Appena il riso sarà cotto, spegnete la fiamma, aggiungete una noce di burro e il Parmigiano grattugiato e mantecate. Lasciate riposare il risotto nella pentola per qualche minuto chiudendo con un coperchio. Servite subito dopo.
Pare che qui si chiamino cuiet, ma ammetto di non averli mai raccolti nè cucinati. Ma, come tutte le erbe spontanee, mi intrigano moltissimo, soprattutto perché non riesco ad immaginarne il sapore. Dovrei provarli.. che fai stasera? :P
Hanno un sapore amaro ma leggero, sono un po’ fibrosi e per questo vanno “battuti” cioè tritati. Se fossimo vicine credo proprio che ultimamente sarei io a venire a cena da te ;)
Un baciotto
Per me è un ingrediente completamente nuovo e sarei molto curioso di assaggiarlo perché il risotto sembra molto invitante.
Sicuro?! secondo me in Campania ha un altro nome… si tratta solo di capire quale :)
Non li ho MAI visti, ti giuro. Qui abbiamo tantissime erbe spontanee ma quelle foglioline lunghe e lucide non le ho mai viste. Voglio scoprire di più. Questo risotto è rubacuori!
Ti abbraccio carissima. Pat
Lo sai vero, che quando riacquisterò lucidità verrò di persona, stavolta, a far spesa da te??? <3
ciao a Brescia si chiamano “virsuli” e nella mia zona di origine in veneto “cunicet” , si usano normalmente per le minestre e frittate ma anche se piu raramete nei risotti