Crepes con crema di robiola e rose in conserva
Capita che a un food blogger arrivino diverse mail in cui delle aziende chiedano di poter inviare dei prodotti in cambia di pubblicità (oppure in cambio di mille altre cose, oltre alla ricetta sul blog). Ognuno ha il suo modo di comportarsi: chi accetta, chi risponde in malo modo, chi tenta la strada di far capire a chi c’è dall’altra parte che anche questo a suo modo è un lavoro, chi infine non risponde quasi mai. Io appartengo a questo ultimo gruppo, di norma non rispondo, principalmente perché non ho voglia di arrabbiarmi e di iniziare un battibecco scritto che termina con una non risposta dalla parte avversaria.
Poi succede che a scrivere è una persona garbata e cordiale che realmente segue questo blog e che ti chiede la cortesia di conoscere una piccola azienda a conduzione famigliare, senza impegno e senza richieste. Controllo il link e scopro un piccolo universo dedicato alla coltura della rose in Toscana, a Magliano, solo guardando le immagini comincio a sentire il profumo del roseto che si vede sul sito. Per questa volta accetto, mi dico, desidero assaggiare questa confettura di rose, prendendomi la libertà di decidere se realizzare una ricetta oppure no. Poi penso al mio rapporto con i fiori in cucina: la lavanda nei dolci mi fa assolutamente schifo e niente mi fa pensare che con la rosa andrà meglio, e invece… Invece mi piace! Insolita, fresca e intensamente profumata, mi fa pensare a qualcosa di super sofisticato.
Il pacchetto è arrivato accompagnato da un breve e delicato messaggio, scritto a mano da Isabella e il primo assaggio è stato con il pane della colazione, poca pochissima confettura e la bocca si è riempita di sapore, poi ho pensato al formaggio. E da qui la decisione di realizzare una ricetta, senza impegno, per il solo piacere di abbinare un prodotto artigianale e perché no, di promuovere il lavoro di una donna che ha saputo tramutare la tradizione di una famiglia in una piccola impresa.
Ho scelto una crepes di grano saraceno, farcita di un formaggio delicatamente acidulo come la robiola, lavorata con della panna zuccherata e un po’ di conserva spalmata sopra. Una crepes chiusa su tutti i lati che una volta tagliata rivela un delicato ripieno. La lavorazione tradizionale della conserva è simile a quella di una normale marmellata : la sola differenza è la materia prima, petali di rosa al posto della frutta. I petali si uniscono a zucchero di canna, succo di limone e poca acqua, non vengono aggiunti né pectina né addensanti né conservanti.
Crepes con crema di robiola e rose in conserva
85 g di farina di grano saraceno
2 uova
10 g di burro fuso + un po’ per la cottura
10 g di zucchero
230 ml di latte intero
100 g di robiola
100 ml di panna fresca
2 cucchiai di zucchero a velo
Rose in conserva q.b.
(dosi per 2-3 pers.) Versate tutti gli ingredienti, eccetto il latte, in una ciotola. Aggiungete il latte un poco alla volta mescolando con una frusta per evitare che si formino dei grumi. Lasciate riposare l’impasto per mezz’ora coperto da un canovaccio o in frigorifero.
Mettete sul fuoco una padella adatta alla cottura delle crepes (io da 24 cm), lasciate sciogliere un ricciolo di burro e iniziate a cuocere le crepes fino a terminare la pastella.
Lavorate la robiola con una frusta fino ad ottenere un composto cremoso, montate la panna con lo zucchero a velo e unitela alla crema di formaggio incorporandola con movimenti delicati dal basso verso l’alto.
Spalmate delicatamente un po’ di crema di robiola su ogni crepe insieme a un cucchiaino di rose in conserva cercando di distribuire quest’ultima in maniera uniforme. Piegate in due e arrotolate. Volendo spolverate la superficie con un po’ di zucchero a velo prima di servire.
Hai fatto benissimo ad accettare, deve essere buonissima questa conserva! Io poi ho il debole per la rosa nei piatti, mi vado a sbirciare il loro sito ^^
Io invece ero piena di dubbi, il sapore dei fiori non sempre mi è congeniale e invece… Una buonissima scoperta ;) Ciao Ari!
A me piace l’uso dei fiori in cucina, ma solo se assimilato a qualsiasi altro ingrediente… vale a dire: no fiori eduli inutilmente decorativi, sì fiori come reali protagonisti e/o ingredienti incisivi in un piatto, come appunto avviene in questo piatto. Questa tua raffinatissima ricetta mi ha incuriosita e sono andata a vedere il sito: quelle sembrano le rose che crescono (mezze inselvatichite…) nell’oliveto davanti casa dei miei genitori: quanto tira il vento a favore si sente il loro profumo a 100m di distanza! Innamorata *_*
Dietro il mondo delle rose c’è una nicchia di appassionati che ricorda un po’ il mondo della cucina: mille piccole sfumature, mille varietà… dovresti fotografarle a maggio quando sono fiorite e confrontarle. Secondo me, se ne hai voglia puoi provare anche a farci la confettura. Ti ho dato l’ennesimo compito da eseguire Saretta mia. perdono :*
Senti. Ho appena letto. Ho i brividi di quanto mi piace tutto ciò.
Uno, te sei la donna più chic dell’universo
Due, anche questi delle rose ci piacciono assai ;)
Bravi, e poi le rose in conserva devono essere meravigliose…
Troppa buona Ross, diciamo che me la sono cavata… Che poi secondo me sono stata un po’ troppo parca con lo zucchero e adesso vo’ a correggere.
Comunque confermo, le rose in conserva sono una cosa da non credere mentre credo che le userò di nuovo perchè mi è venuta un’idea ;)
Ciao gioia!
Nono, sei scicchissima, da’ retta a ‘sta scema ;) (che aspetta tanto l’ideuzza nuova… io se provo ad immaginarmi.. secondo me sanno un po’ di Francia ve’? ;))
Ciao Marina, ti seguo da tantissimo tempo ma non scrivo mai. Bella e buona questa ricetta! Seguo vari blog, io non sono foodblogger e non frequento i social, però mi piace cucinare imparare cose nuove. A volte, tra i blog che seguo, riemerge questa antica querelle ” accettare o no collaborazioni” e ciascuna blogger da la sua interpretazione, non senza conflitti e disagi personali a volte. Credo che una strada possa essere proprio questa: aiutare le piccole realtà locali dove il prodotto è fatto con cura e amore. Conosco abbastanza bene questa splendida zona della Toscana e credo, a mio modestissimo parere, che tu abbia fatto la scelta giusta. Ciao Arianna
Non sai che piacere aver letto questo tuo commento Arianna proprio perché sei “fuori” dal mondo dei food blog ma hai capito benissimo quali sono i meccanismi che si muovono intorno. Sì, ho scelto di percorrere questa strada: se deve essere un contributo gratuito che lo sia sempre per una buona causa, nel tentativo di aiutare chi, diversamente non ha le risorse per farlo. Naturalmente sempre se ne sono convinta, se davvero mi piace quello che provo e in questo caso è stato un incontro davvero speciale sotto molti punti di vista… Un caro saluto e grazie per esserti fermata :)