Biscotti al cacao del monastero
Tra i preziosi regali che ho portato con me dall’esperienza di Eating Piceno c’è un piccolo ricettario dal titolo “La cucina dello Spirito” curato da Tommaso Lucchetti. Una raccolta di ricette conventuali dal ‘300 fino al secolo scorso, accompagnata da introduzioni che spiegano i valori culturali e intellettuali delle scelte monastiche in fatto di ingredienti e preparazioni, dei digiuni, che digiuni in senso stretto non erano e del cioccolato, bevanda ammessa all’interno dei conventi nei periodi di “magro”. Ho scoperto che si deve a delle clarisse di Oaxaca l’aggiunta di zucchero e latte alla tisana degli indigeni fatta con semi di cacao e peperoncino, tentativo di integrazione alimentare, di avvicinamento alla cultura amerinda, dono incredibile per l’Europa.
E grazie alla cena organizzata da Ermetina Mira nel suo ristorante, ho potuto anche assaggiare alcuni piatti molto particolari e ricchi… troppo ricchi per la stagione che sembra (e sottolineo sembra!) aver preso la giusta direzione. Il tema della cena era infatti “il refettorio tra Carnevale e Quaresima”. Rimando quindi la preparazione del pasticcio di maccheroni che mi era particolarmente piaciuto, al mese di novembre e dal libro che ci ha regalato Ermetina prendo l’idea di questi biscotti.
In realtà la ricetta si chiama “paste di cioccolato dipinte” e arriva dal monastero delle canonichesse regolari lateranensi di Caldarola. L’ho scelta perché non sono previsti latticini per la realizzazione e non ci sono neppure grassi :) Qualche modifica alla glassa sostituendo l’albume previsto con del succo di limone, non avendo uova freschissime a disposizione, ed ecco che ho dipinto i miei biscotti con uno strato uniforme e lattiginoso. Giudizio? Buoni, poco dolci e perfetti per una merenda o come dolcetto da accompagnare al caffè a fine pasto.
Alcune foto delle serata a Monteprandone e presso il ristorante San Giacomo
Paste di cioccolata dipinte
- 200 g di farina 00
- 120 g di zucchero semolato
- 75 g di cacao amaro
- 75 g di mandorle pelate
- 125 g di acqua
- polvere di cannella e chiodi di garofano q.b.
- 75 g di zucchero a velo
- succo di limone q.b.
Far bollire l’acqua e versarci dentro il cacao setacciato e lo zucchero. Con un mixer tritare finemente le mandorle, azionando a intermittenza le lame in modo che le mandorle macinate non si surriscaldino . Su un tagliere preparare la fontana con la farina, la polvere di cannella e chiodi di garofano e la farina di mandorle. Versare al centro la cioccolata intiepidita. Creare una palla con l’impasto, risulterà piuttosto elastica e dura. tenerla da parte un quarto d’ora e nel frattempo accendere il forno a 170°. Stendere l’impasto con uno spessore di 4/5 mm e tagliarlo in triangoli irregolari. Infornare e cuocere per 10-12 minuti. Sfornare e preparare la glassa mischiando lo zucchero a velo con un po’ di succo di limone (deve rimanere molto densa) da distribuire sui biscotti quando saranno freddi.
la glassa ci sta che è una meraviglia! As usual gradirei riceverne un pacchetto ORA Ahahhaha :)
Se fossi sicura di farteli arrivare sani e salvi te ne spedirei uno subito subito :) Buondì!
Ma questi biscotti sono meravigliosi: una libidine di cioccolata e mandorle! Bellissimi!
Rimangono belli croccanti e sono davvero pieni del gusto di cacao… li rifarò di sicuro, un baciotto
Piccoli triangoli di felicità, ne mangi uno e tutto migliora… :-)
(bello vedere la signora all’opera, amo le foto che immortalano certi momenti!)
La signora che vedi mi ha fatto scendere una lacrima quel giorno, i gesti e il suo accento erano quelli di mia nonna, non ti dico l’emozione… :)
Sempre bravissima…..un abbraccio.
Mariabianca sei un tesoro, grazie
Woww, ma che bontà!!!! Ottimi accostamenti di gusti, mi piacciono! ;)
^_^
Davvero carini.
Per come sono fatti e visto che non sono molto dolci, li immagino perfetti anche per accompagnare il gelato o qualche dolce al cucchiaio. Grazie per aver condiviso questa antica ricetta con noi!
Leonardo ma sai che non ci avevo pensato?! e invece potrebbe essere l’abbinamento migliore in assoluto, se li si fa un po’ più sottili possono essere delle cialde perfette, grazie a te per il suggerimento!
Il nome di questi biscotti profuma di un dolce d’altri tempi… mi ricorda nomi di dolci che ho conosciuto da bambina quando andavo d’estate nel pese dove è nata mia nonna materna… che è proprio vicino a Caldarola… ho avuto come un flashback…
bellissime queste paste!!!!!!!!!!!!!!!!!
baci
Fede cara, a colpirmi è stato proprio il nome di questi biscotti… si percepiva calore e pace già solo leggendo la ricetta. Un bacio grande a te
Ha ragione Federica, hanno un effetto calmante questi biscottozzi, riportano indietro negli anni e lasciano una piacevolissima sensazione di tranquillita’. Ne prendo uno. Anzi, almeno due. Un bacio grande Mari.
Cara Reb, prendine quanti ne vuoi e se non ti bastassero ne faccio un altro po’ e ci pucciamo nel caffè ;)
I biscotti li lascio agli altri, io mi soffermo a guardare la prima foto… posso?! :-)
bacioniii
Splendidi, e tradizionalmente veganissimi! ^_^
Questi me li salvo! :)
Belli e buoni! Brava Marina…anche per la foto! :)
Grazie Andrea, troppo buono… leggo i tuoi post e cerco di mettere in pratica :)