Racconti da Bolgheri

Viale Tenuta Belvedere

Quando dici Toscana, immediatamente all’interlocutore che hai di fronte viene quell’espressione ebete di chi immagina il paradiso terrestre. Ecco lo scorso fine settimana io l’ho passato così, con un’espressione sognante ogni volta che giravo l’angolo nella tenuta di Guado al Tasso, ospite di Chiara e Ivana. Confesso: non credevo potessero esistere territori in cui la storia dell’uomo si fondesse con la natura in maniera così sublime. Eppure ciò che mi sono trovata a vivere è stato inatteso e come tale ancora più apprezzato.

Una piccola e veloce introduzione è però necessaria, anche perché ho davvero goduto del racconto che mi hanno fatto al mio arrivo. La Tenuta Guado al Tasso si trova vicino a Bolgheri, provincia di Livorno, immersa in quello che viene chiamato anfiteatro bolgherese  una piana naturale circondata da morbide colline e con un microclima unico che permette di produrre vini eccellenti.  Un’area bonificata quasi per capriccio in un territorio in cui la storia del vino comincia agli inizi del ‘900 con uve sangiovese sgarbate per terminare con le migliori cantine italiane che qui, in questo lembo di terra che guarda il mare, hanno messo radici solide.

Tenuta Guado al Tasso

Ho avuto il piacere di essere accolta per una degustazione dei vini della tenuta  in questa dependance, con una sala impeccabile. E se di solito sono i rossi a farla da padrone qui, abbiamo cominciato con un rosato, lo Scalabrone. Ad accompagnarci nell’assaggio una selezione di VERI salumi di cinta senese che è impossibile da descrivere, ci penso e ci ripenso ma davvero non trovo le parole. Allevati per tre anni allo stato brado nel bosco del Bruciato. Insomma maiali felici.

E dopo lo Scalabrone, il Vermentino, il Bruciato e il Guado al Tasso ci siamo persi in piacevoli chiacchiere mentre fuori calava la sera. E anche qui la natura mi ha fatto un regalo: la passeggiata per rientrare alla tenuta è stata illuminata solo dalla luna, accompagnata dai rumori degli animali e disseminata di piccole biciclette abbandonate dai bambini di casa. Il sonno è arrivato profondo come il silenzio che ci circondava.

Cinta senese

Collage_GuadoalTasso

Al mattino il noto viale dei cipressi (che poi viale… sono 7 chilometri di strada fiancheggiata di alberi, altro che viale!)  ci ha portato fino al piccolo centro di Bolgheri per un caffè al bar. Poi una passeggiata nel piccolo centro storico accompagnata da Chiara e Ivana, amiche operose e discrete che mi hanno permesso di scoprire angoli nascosti e panorami mozzafiato. Confesso che più volte ho pensato a quanto sarebbe bello trascorrere da quelle parti qualche giorno in più, per staccare e rigenerarsi godendo del silenzio e della tranquillità di quei luoghi.

Porta di Bolgheri

Castello di Bolgheri

E lo stress mi ha completamente abbandonata nel pomeriggio quando ho lasciato la macchina fotografica su un “moscone” in riva al mare, dimenticando di fotografare quegli scorci, la natura selvaggia, le dune e la sabbia scura e lasciando che il vento, il sole e le risate dei bambini mi facessero compagnia.

Grazie, 24 ore sono servite più di 10 giorni.

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11 thoughts on “Racconti da Bolgheri”

  1. A fine aprile sono stata anche io in Toscana, però nella zona della Valdorcia, Pienza, Siena e un giretto a Firenze (faccia ebete anche io ora !) e sono rimasta davvero rapita da paesaggi e ovviamente dall’enogastronomia. 5 giorni di relax, bellissimi, s potessi ci tornerei anche domani. Questi luoghi di cui parli non li conosco, ma attraverso parole e fotoposso dire con sicurezza che me li appunto per il prossimo Toscana-tour!

    1. Monica, devi pensare che questo è solo un assaggio di ciò che ho visto… La Toscana ha davvero un potere magico, ti seduce e non ti abbandona più :)

  2. E’ venerdi e posso anche sognare di scappare via…
    Io noto sempre questa cosa: quando partiamo il tempo passa sì velocemente ma allo stesso modo si dilata… non si ha insomma la sensazione di essere stati fuori solo uno o due giorni… il rientro arriva sempre troppo presto però quel tempo vissuto è come se avesse più peso, più sostanza, più spessore… non so se mi sia spiegata bene ma credo abbia capito, avendolo provato, cosa volevo dire… :-)

    1. Concordo con te Francesca, il tempo in questo caso oltre a dilatarsi ha di sicuro avuto uno spessore maggiore, una ricchezza aggiuntiva che fa di Guado al Tasso un luogo incantato. Ma solo se visto con gli occhi giusti e”accompagnati” :)

  3. Un posto incantevole che mi fa tornare in luoghi a me cari, amo viaggiare ed ho ricordi bellissimi legati alla Toscana soprattutto la zona del Chianti Classico con i suoi paesaggi rilassanti e i suoi sapori accoglienti. Dalle tue foto e dalle tue parole si percepisce che oltre al luogo incantevole anche la compagnia e l’umore erano quelli perfetti per godere di queste bellezze.

  4. Marina cara, immaginare il tuo ritorno notturno in bicicletta mi ha commosso…immagino l’atmosfera da sogno…anche se confesso sono stata ugualmente colpita da quella foto con la fetta di pane e quei salumi che devono essere deliziosi.
    Mi hai fatto venir voglia di perdermi in quei luoghi e li terrò senz’altro presente se passerò da quelle parti!
    Buona domenica!! :)

    1. Ale in realtà il ritorno è stato a piedi… le bici abbandonate lungo la strada erano quelli dei bambini che abitano nella tenuta e che possono lasciarle tranquillamente in mezzo ai campi a 200 metri da casa senza il pensiero di chiuderle a chiave con il lucchetto… pensa che fortuna e che libertà!
      Credo anch’io che quei posti ti piacerebbero tanto, appuntati il blog di Chiara e Ivana e se deciderai di scendere in Toscana contattale :)

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