Fave dei morti colorate
Le fave dei morti colorate (in questo caso) sono un dolce della tradizione che si trova un po’ in tutta Italia con piccole varianti. Il loro nome deriva dalle fave secche che venivano offerte ai poveri o regalate ai bambini in questo periodo. Come dice Eraldo Baldini la festa di Ognissanti è un antico capodanno agrario, che celebra il momento di passaggio in cui sono definitivamente terminati tutti i raccolti e si inzia a seminare per l’anno prossimo. E proprio in questi momenti, in età pagana, si credeva che i defunti trovasse un varco per raggiungere i vivi. Ecco quindi che per placarli, i vivi, sceglievano di fargli avere delle offerte di cibo.
Al di là di questa veloce miscellanea di fonti (per quanto riguarda la Romagna potete trovare qualche info in più in un vecchio post sempre dedicato alle fave dei morti in versione artusiana) questi dolci a base di mandorle ricordano nel loro stesso nome il motivo per cui sono stati creati: celebrare i propri defunti. Dico questo perché la scorsa settimana mi sono trovata davanti alla foto di un banco da forno in cui la classica e super local piada dei morti veniva indicata come “piada autunnale”. Confesso che mi sono saltati i nervi (che ultimamente sono sempre più tesi) per questa scelta immotivata. La spiegazione che mi sono data è che i titolari di questo forno trovassero che la parola “morti” creasse turbamento nei clienti (facendo diminuire la vendita?!) e si sono orientati verso qualcosa di molto più soft snaturandone però l’origine. Ma siamo arrivati a questo? Ma davvero?
La ricetta delle fave dei morti colorate è presa da diverse fonti online e dall’assaggio di quelle preparate nel forno vicino a casa mia. Forse sono venute un po’ più sode del previsto ma il sapore c’era tutto e questo è l’importante. Se le fate chiamatele con il loro nome perché portano con sè un tale bagaglio di storia e tradizione che sarebbe un vero peccato non dar loro il giusto valore.
Fave dei morti colorate
200 g di farina di mandorle
100 g di farina 0
1 cucchiaino raso di cremor tartaro
100 g di zucchero semolato
30 g di strutto
2 albumi (circa 60 g)
20 g di liquore all’anice
Alchermes q.b.
Colorante verde per alimenti q.b.
Setacciate le farine e il cremor tartaro. Sistemate tutto in una ciotola, unite lo zucchero, lo strutto a tempertaura ambiente, gli albumi e il liquore. Mescolate con una forchetta e poi impastate a mano. Dividete l’impasto in 3 parti: aggiungete un po’ di alchermes in uno (circa un cucchiaino ma dipende da quanto tinge il vostro alchermes) e impastate fino ad ottenere un colore uniforme. Fate lo stesso aggiungendo a una porzione di impasto il colorante verde.
Ricavate delle palline dall’impasto che avrete lasciato neutro e fate lo stesso con gli altri due. Infornate a 180 °C per 12-15 minuti, dipende dal forno. Fate attenzione a non cuocerli troppo, il rischio è che perdano colore. Sfornate e fate raffreddare su una gratella. Si conservano in una scatola di latta per una settimana.
Buonissimi!! C’è mica un’alternativa da poter usare allo strutto? Grazie
Il burro morbido andrà benissimo!
Macché davvero?
Buongiorno Mari e buon mercoledì.. Da quando ho visto queste palline colorate avevo come una pulcina nell’orecchio. ”vai dalla Mari, vai dalla Mari, vai dalla Mari” , solo che ieri son stata così tanto tempo al pc che appena potevo mi ci staccavo e facevo altro (leggi spignatto vario e yoga) quindi arrivo mo’, meno imbiccichita ma sempre rimbambita….
Che buone che sono ! io le adoro le fave dei morti.. e piacciono anche a mamma (ci sono le mandorle! ;) )
Io spero veramente che non sia quella la motivazione della variazione del nome, perché sennò veramente non ci siamo…
Oggi qui c’è un bel sole e quindi vogli essere allegra, perché c’è un sacco di pesantezza in giro!
Spero tu stia bene a parte i nervi che quelli sono scoperti pure da me!
Un abbraccione fortissimo…
Manù.
ps: mi piace proprio tanto quando fai le digressioni storiche!
<3