Ciambelle di Sant’Antonio Abate
Tra tutti i santi, Sant’Antonio Abate è per la seconda volta protagonista in questo blog. Per chi, come me, attinge con passione alle ricette che portano con se storie e tradizioni è sempre appassionante scoprirne di nuove.
La prima volta che ho raccontato del Santo l’ho fatto per dei panini che si preparano a Prato, conosciuti attraverso Aurelia di Profumi in cucina. Era stata una scusa per ricordare il mio personale rapporto con il Santo protettore degli animali e con la devozione famigliare respirata da bambina. Nella mia storia personale però non c’era esperienza di pani dolci romagnoli per celebrare questa festività. Poi è arrivata Elisa…
Elisa qualche giorno fa mi ha chiesto se sapessi qualcosa a proposito delle Ciambelle di Sant’Antonio romagnole. L’unico indizio in suo possesso era una ricetta pubblicata nel sito di un hotel di Torre Pedrera. Nelle poche righe che introducono il dolce è scritto che si può trovare nei forni dell’entroterra riminese. Ma nè io nè lei ne abbiamo mai sentito parlare.
E così ci siamo divise i compiti: a lei la ricerca del forno che poteva produrre queste ciambelle a me recuperare la ricetta da qualche parte. Elisa è riuscita subito a trovare le ciambelline in un forno storico di Santarcangelo mentre io, mandata mia madre in ricognizione e acquisto (tra l’altro lei aveva memoria di queste ciambelle nello stesso forno) ho assaggiato le originali e le ho confrontate con la versione web riportata dall’hotel.
Sono partita dall’unica cosa che non mi convinceva: se è una ricetta tradizionale, il burro non è sicuramente contemplato. Strutto o olio? All’assaggio il sapore è particolarmente neutro quindi strutto anche se al forno hanno detto di averli usati entrambi. Ho ridotto le dosi e miscelato i due ingredienti. Poi sono passata all’uso di una farina meno raffinata, scegliendo la tipo 1 di grano Bologna dell’azienda agricola Orticà.
Ne è quindi nata questa versione, delle ciambelle di Sant’Antonio Abate preparate al volo e forse da aggiustare ancora un po’ ma era troppo l’entusiasmo per non pubblicarle. SAnt’Antonio Abate e il suo maiale sono stati soddisfatti e da domani si può, secondo il calendario contadino, iniziare a pensare al Carnevale. Il tempo vola davvero!
Ciambelle di Sant’Antonio Abate
500 g di farina tipo 1
5 g di lievito di birra secco
80 g di zucchero
120 ml di latte
2 uova (1+1)
20 di burro
60 g di strutto
25 g di semi di anice
1 presa di sale
Attivate il lievito come indicato sulla confezione (io ho sciolto il lievito in 50 ml di acqua tiepida con un po’ di zucchero).
Nella ciotola della planetaria unite farina e zucchero poi il lievito e azionate la macchina a velocità minima. Aggiungete il latte a temperatura ambiente, il sale e poi l’uovo precedentemente sbattuto aumentando la velocità.
Quando la massa si sarà formata unite burro e strutto poco alla volta. Infine i semi di anice. Continuate a lavorare fino a quando l’impasto non risulterà liscio e omogeneo.
Mettete l’impasto dentro ad una ciotola unta d’olio, coprite con della pellicola sigillando bene e fate lievitare fino al raddoppio dell’impasto (lasciate riposare nel forno spento con luce accesa).
Ci vorranno 4 ore circa. Prendete l’impasto e dividetelo in 10 porzioni, dello stesso peso (circa 90 grammi l’una). Ponete su una teglia unta con dell’olio o su carta da forno e spennellate le ciambelline con l’uovo che avrete sbattuto insieme a un cucchiaio di acqua, lasciatele lievitare per altri 60 minuti.
Infornate a 180 °C per 20 minuti.