Panini di Sant’Antonio Abate

panini di Sant'Antonio

Sant’Antonio Abate me lo ricordo bene, il suo santino era appeso nella stia della zia Lina. Sapevo che era lì per proteggere i conigli, le galline, le faraone e, per il tempo in cui ci sono stati, i tacchini. Ogni tanto il santino veniva cambiato ma l’immagine era sempre la stessa: il santo con la sua tunica marrone e la barba bianca a destra dell’immaginetta, sotto di lui un bel maialino rosa con tutti intorno gli altri animali.

Oggi, 17 gennaio, è la festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e degli agricoltori. Fino a qualche decennio fa questa festività era particolarmente sentita, era una giornata importante per cui gli animali da lavoro erano tenuti a riposo e i macellai sospendevano l’attività al mattatoio.
Anche Fellini in Amarcord racconta di questa ricorrenza nella mitica scena in piazza Tre Martiri, quando le contadine, arrivate da tutto il circondario per la festività, risalivano in bicicletta con i loro sederoni, aggiustandosi con decisione sul sellino e Titta e i suoi compagni le guardavano ammalliati. Scene di ordinaria quotidianità in una Rimini di fine anni trenta che entrava in contatto con l’entroterra agricolo.

Panini Sant'Antonio

Questi panini però non fanno parte della tradizione romagnola ma di quella toscana, per la precisone la ricetta arriva da Prato, dalla solare Aurelia di Profumi in cucina. Come spiega lei nel suo post, i panini vengono benedetti dal prete e sono venduti nelle panetterie a multipli di sei o dodici, ecco perchè se ne confezionano trenta in questa ricetta.
Il fatto di benedire il pane però è una cosa comune ad altre zone d’Italia, il pane veniva dato da mangiare agli animali in questa giornata dedicata a loro, un modo per proteggerli e tenere lontane le malattie. Non è il caso però di questi panini che a Prato venivano benedetti e mangiati per celebrare la festività.

Panini_2

Il risultato lo vedete in foto, sono davvero soffici, si conservano per qualche giorno in dei sacchetti di plastica ma perdono comunque un pochino della loro fragranza nei giorni successivi.

Panini di Sant’Antonio Abate

(per 30 panini, per una teglia di 28 x 33 cm)

600 g di farina 0
80 g di zucchero semolato
1 pizzico di sale
1 uovo
50 g di olio extra vergine d’oliva
250 ml di latte intero
10 g di lievito di birra (oppure 3-4 g di lievito di birra disidratato)
1 tuorlo e 3 cucchiai di latte per spennellare
zucchero semolato per spolverizzare

Nella ciotola dell’impastatrice mettete 550 g di farina, lo zucchero, il lievito di birra disidratato (se utilizzate il classico cubetto, fatelo sciogliere nel latte tiepido che utilizzerete per l’impasto) il latte intiepidito e un pizzico di sale.
Iniziate ad impastare a bassa velocità, poi aumentate leggermente ed aggiungete l’uovo, fatelo inglobare bene nell’impasto e poi unite l’olio a filo.
Impastate bene, poi prendete l’impasto e mettetelo sulla spianatoia e aggiungete man mano la farina che avevate tenuto da parte, impastate fino ad ottenere una palla liscia e soda.

Mettete l’impasto dentro ad una ciotola unta d’olio, coprite con della pellicola sigillando bene e fate lievitare fino al raddoppio dell’impasto.
Ci vorranno due ore circa, a seconda della quantità di lievito che avrete usato.
Prendete l’impasto e dividetelo in 30 piccole porzioni, dello stesso peso (circa 35-40 grammi l’una) formate delle palline, pirlatele bene e mettetele in fila per 6 su di una teglia da forno. Otterrete 5 file con 6 palline.
Ora ricoprite di nuovo il tutto e lasciate lievitare per 50/60 minuti circa.
Accendete il forno a 170°, spennellate con l’uovo sbattuto con il latte le palline e spolverizzatele di zucchero.
Infornate e lasciate cuocere per 25 minuti.
Sfornate e fate raffreddare su una gratella.

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7 thoughts on “Panini di Sant’Antonio Abate”

  1. Eccomi qua Marina! Ti sono venuti benissimo e anche le tue foto, raccontano della loro bontà! Che dirti, se non grazie per la fiducia?
    Un grande abbraccio
    Aurelia

    1. Aurelia cara, come scrivi nel tuo post non proponi mai una ricetta se non ne sei sicura al 100%, sei una garanzia e un anno fa quanto li ho visti pubblicati ho deciso che li avrei preparati per questa ricorrenza… Grazie a te per averci regalato questa memoria importante :*

  2. Ciao, grazie a questo post ho scoperto una cosa interessante. Nella mia città originaria, La Spezia, si festeggia il 13 giugno Sant’Antonio da Padova presso il Santuario omonimo dei frati francescani da molti anni presenti sul territorio. E’ una festa molto sentita e molto grande coinvolge la parrocchia e sono allestiti anche banchi gastronomici, banchetti fiere ecc. La cosa che mi ha messo in crisi è che in questa festa vengono distribuiti i panini di Sant’Antonio e benedetti gli animali. Essendo in città ovviamente i cani o i gatti. Ho capito che c’è molta confusione fra questi due Santi:-)Buoni questi panini li farò presto e anche il 13 giugno!!:-)

    1. Ciao Arianna, grazie per questo riscontro. Sai che anche io ho avuto lo stesso dubbio proprio in relazione alla memoria felliniana dato che il tempietto ricostruito nel film è dedicato proprio a Sant’Antonio da Padova? Ho guardato velocemente qui su internet ma è sempre e solo l’Abate il protettore degli animali… continuo con la ricerca e ci aggiorniamo :)

  3. che bei paninetti, averli visti prima, ora devo aspettare l’anno prossimo.
    una mia cara amica si è laureata con una tesi sull’inconografia di S. Antonio Abate. In soldoni, riassumendo moltissimo, si era diffusa nel medioevo la voce che le reliquie di S. Antonio proteggessero dalla peste e per questa ragione solo nei monasteri dedicati a questo santo era possibile tenere i maiali. Da qui il fatto che il santo sia sempre rappresentato con un maiale e poi l’estensione agli altri animali di cui è diventato protettore.
    ovviamente S. Antonio da Padova non c’entra niente con questa storia :)
    comunque le mando il link a questo articolo, se ha tempo può intervenire lei che è la massima esperta.

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