Torta con carciofi e olive taggiasche
Non è la torta che mi sono portata ieri al picnic di Pasquetta, macché. Niente picnic per la sottoscritta che ieri è andata al lavoro ed ha aperto le porte del museo cittadino per i turisti in vacanza. E si è presa non pochi sbuffi in pieno viso per il semplice motivo che il lunedì di Pasqua l’ingresso non era gratuito come il giorno prima, la prima domenica del mese (nonché Pasqua).
Lasciatemi spezzare una lancia a favore di chi si trova a contatto con il pubblico e in particolare di chi si trova a lavorare nei musei, nelle ville storiche, nei siti archeologici ecc. E’ “terribile” ma è così: mantenere, conservare, tutelare questi luoghi ha un costo. E non parlo solo del personale, parlo soprattutto di quelle spese vive che una qualsiasi casa ha: luce, gas, manutenzione dello stabile e pulizia ordinaria. A tutto questo vanno aggiunte le attività straordinarie e quelle ancora più importanti: la conservazione delle opere, i piccoli e grandi interventi di restauro, il monitoraggio, insomma quelle attività che all’occhio del visitatore non si notano ma che sono fondamentali per la tutela del patrimonio. E sì che noi ne abbiamo di materiale sparso per l’Italia da conservare e soprattutto da far brillare. Se solo noi per primi ci credessimo un po’ di più… invece è una lotta. E pensare che mi sono trovata a sborsare 15 € in un castello della Loira completamente rifatto e neanche così bene e con me c’erano centinaia di persone che non facevano una piega. E comunque: lo vogliamo capire che potremmo viverci con il nostro patrimonio archeologico e artistico?!
Ma veniamo a noi e alla torta con carciofi e olive taggiasche che fa tanto primavera. La base è una classica pasta matta lasciata un po’ più spessa. Il ripieno a base di carciofi si carica di sapore con le taggiasche e un pizzico di origano secco.
Vi lascio anche qualche foto “passo passo”. Il trucco del pane grattugiato* lo uso sempre quando metto un ripieno dentro una base che non è stata precedentemente cotta, serve ad assorbire l’umidità e quindi a non bagnare la pasta. Di solito uso gli avanzi della setacciatura del pane grattugiato, come si vede sono pezzi più grossi e non uniformi, piuttosto che buttarli li metto da parte e li uso così.
Come sempre qui si guarda alla velocità di realizzazione, in poco meno di un paio d’ore la torta è pronta per essere addentata e sarà un perfetto piatto unico se siete in due. Buona giornata!
Torta ai carciofi e olive
- 300 g di farina tipo 1
- 150 g di acqua fredda
- 3 cucchiai di olio extravergine
- 1/2 cucchiaino di sale
- 1 cipolla rossa piccola
- 3 carciofi
- ½ bicchiere di vino bianco
- 1 pz sale
- 15/20 olive taggiasche
- 1 cucchiaio di pane grattugiato
- origano
Setacciate le farine e fate una fontana aggiungendo un pizzico di sale e inserendo al centro l’olio. Aggiungete un po’ alla volta l’acqua mescolando fino ad ottenere un impasto morbido. Avvolgerlo nella pellicola e lasciate riposare per 1 ora in frigorifero. Pulite la cipolla, i carciofi e i gambi. Tritate la cipolla e fatela soffriggere in olio per alcuni minuti, aggiungete i carciofi e i gambi affettati sottilmente lasciateli appassire e poi sfumate con il vino bianco. Salate e continuate a cuocere per altri 10 minuti o fino a quando non risulteranno morbidi.
Tirare la pasta e rivestire uno stampo da 24 cm, spolverate il fondo della pasta con il pane grattugiato*, distribuite sopra i carciofi cotti, aggiungete le olive e una spolverata di origano. Ripiegate i bordi della pasta e infornate a 180° per 30/35 minuti. Sfornate e affettate subito.
Ieri sono andata a visitare la Sacra di S.Michele. Osservavo le mura attorno a quello che viene chiamato “lo scalone dei morti” così immacolate mentre la guida ci spiegava la sua storia. Mi guardavo attorno con il terrore di trovare su quelle mura immacolata qualche traccia del passaggio di turisti…di quelli che se ne vanno in giro sempre con dei pennarelli nella tasca pronti a lasciare, nella migliore delle ipotesi, una semplice firma con la data.
Ho pensato a quanto lavoro possa comportare salvaguardare delle opere dal passaggio della gente…oltre a quello, come scrivi tu, della normale manutenzione.
Ottima questa torta!!! con le mie adorate olive taggiasche!!! Un abbraccio
Marina, io abito a Firenze e quando sento quelli che si lamentano perché il biglietto per gli Uffizi è caro (8 euro) e “l’arte dovrebbe essere a disposizione di tutti” rispondo sempre che un film al multisala costa 8,70. Vogliamo fare il confronto?
Per la ricetta, ho cinque carciofi dei quali non sapevo che fare e le taggiasche sono in frigo :-)
Grazie :-) Proprio la ricetta che mi serviva !
La proverò presto.
Io sono un’ insegnante e credo che uno dei nostri compiti principali sia educare alla bellezza.
Dove c’è cura della bellezza c’è anche tanto altro e sbiadiscono le cose negative, soprattutto la superficialità (che purtroppo ci contraddistingue:-( ).
Educare alla bellezza è educare alla pace.
Buona primvera e grazie per rutte le belle ricette!
Lo dico sempre che potremmo vivere tutti di turismo. Abbiamo posti spettacolari ed un patrimonio artistico culturale unico al mondo. All’estero si sanno vendere molto meglio. Anche a noi è capitato di visitare siti assolutamente di poco interesse presentati come chissà come e pagati pure bene.
Gran bella ricettina primaverile :-)
Fabio
Non so se la mia giornata di ieri è stata migliore o peggiore della tua, sono rimasta a casa con la febbre. Niente picnic, e poca fame. Comincio oggi, dopo tre giorni di digiuno a ritrovare interesse nel cibo, e questa tua torta la fame me l’ha fatta tornare. Anch’io spesso aggiungo del pangrattato alle torte salate, specie quando il ripieno è di sole verdure. Per quanto riguarda la tua riflessione, non credo ci sia una vera coscienza dei costi che ha mantenere determinate strutture. Buona giornata
non so se sia un caso ma condivido tutto quello che hai scritto: ieri mio marito è andato a lavoro,lui lavora in un museo,quando non si paga mi dice sempre che è un macello,siamo maleducati,irrispettosi,non apprezziamo quello che abbiamo se andaimo fuori siamo rispettosi ed educati,ma chissà perchè succede ciò,mentre scrivo sto amngaindo una tarte ai carciofi della quale non ho foto,per cui niente blog,grazie di tutto cara,la tua ricettina mi piace proprio,un bacione
Resto sempre più perplessa di come funzionano le cose qui in Italia, o forse dovrei dire di come funzioniamo noi italiani… perchè in fondo parte tutto da questo e giungere a riflessioni poco positive aimè è normale, basta notare tante, troppe cose… specialmente se si parla di cultura e di arte…
Grazie per il trucco del pane grattugiato, sembra quasi il titolo di una storia… ;-) Già pregusto che buona la torta fatta coi carciofi cimaroli, quelli dolci dolci e grandi grandi…
condivido tutto
e vado a condividerlo pure su Fb…
concordo con le tue riflessioni, e vorrei anche aggiungere che in altri paesi che hanno “bellezze artistiche” decisamente meno importanti delle nostre i costi dei biglietti sono molto più alti che da noi e nessuno sembra lamentarsi più di tanto..
la tua crostata mi piace moltissimo, tutti ingredienti che adoro.. io nei carciofi ci metto sempre la maggiorana (le mie origini liguri si rivelano nell’uso sconsiderato di maggiorana in ogni dove..) ma l’origano in effetti non ce lo vedo per niente male, soprattutto quello fresco..
un abbraccio!
Purtroppo non posso che accodarmi a chi concorda con le tue riflessioni… ho fatto per quattro anni la guida in due bellissimi musei universitari torinesi, piccini ma restaurati da poco. L’ingresso all’epoca era di ben 3€ per gli adulti e mi pare 1,5€ per i bambini (oltre che per i ridotti in generale). Un prezzo ridicolo, tant’è che probabilmente a breve chiuderanno perché sono senza fondi. Eppure c’era gente che tentava in ogni modo di avere la riduzione! Noi non abbiamo battuto ciglio per i quasi 30€ sborsati per il Palazzo dei Papi… Mi consola leggere della tua torta di carciofi…
Non posso che condividere quanto scrivi, parola per parola. All’estero anche quando hanno un insignificante sassolino lo valorizzano e fanno pagare caro il privilegio di vederlo; da noi, se non è gratis ci si lamenta, e se è gratis lo si ricopre di immondizia. :-(
La tarte deve essere buonissima, e ho giusto gli ingredienti in casa… ;-)
Un abbraccio.
beh con me sfondi una porta spalancata visto che ho una laurea in architettura ad indirizzo restauro…
Trovo che si debba pagare un ingresso obbligatoriamente, se si pensa che gli americani fanno pagare uno sproposito per salire in cima ad un grattacielo e che paghiamo un altrettanto sproposito per un film in una multisala e una confezione di popcorn… ma per accedere ad un’opera d’arte dovrebbe essere per noi un onore e felici di poterla finanziare.
Forse quello che fa girare la balle è vedere monumenti lasciati marciare dopo che si pagano i biglietti di ingresso e meno male che ci sono dei privati che se ne prendono cura (come avviene anche per il verde pubblico).
Ma si sa, un ex ministro una volta disse che con la cultura non si mangia…. :-(
PS: il trucco del pane non lo conoscevo…
prendo un pezzo di quello che hai scritto e lo faccio mio. come volontaria proloco apro la Rocca di Brisighella, 3€ cadauno, stranieri che pagano senza battere ciglio e ringraziando, locali che cercano di sgattaiolare e brontolano. no, non ce la facciamo a capirlo che potremmo vivere del bello che ci circonda. abbracci gratuiti.
Peccato che sei già sposata altrimenti lo farei io e subito <3 e questo vale per la premessa e per la torta.
Come ti capisco Marina! Anche io lavoro in un museo ed è irritante vedere le persone che sbuffano di fronte ad un ingresso di 4 euro…faccio spesso anche io il paragone con il cinema…mi sembra che lì nessuno si lamenti!
Anche Roberta ha però toccato un punto fondamentale: che spesso l’incuria che vige nei luoghi della cultura ti fa rimpiangere anche quei pochi euro spesi.
Io non sono così convinta che di cultura potremmo vivere perché anche solo l’ordinaria manutenzione ha costi esorbitanti per un Paese così ricco dal punto di visto storico-artistico e archeologico, e credo sia giusto che l’accesso a questi beni sia garantito a tutti, anche attraverso biglietti di ingresso contenuti.
E in ogni caso manca ancora la consapevolezza che si tratta di beni comuni ai quali tutti dovrebbero tenere…e per i quali vale la pena spendere qualche spicciolo. Credo abbia notato anche tu la triste coincidenza che quando i musei sono gratuiti vengono tutti quelli che, a vedere come si comportano, non sembrano particolarmente interessati, anzi…
Un abbraccio e a presto,
Alice
Mi accodo ai commenti precedenti ai miei, purtroppo sembra che la cultura e l’arte siano diventati più un peso che un valore aggiunto.
E comprendo il tuo sconforto misto a un po’di sana rabbia che ne conseguono.
Questa torta ha tutto quello che serve per diventare una delle mie ricette preferite, conta che se decidi di rifarla qui da me di spazio per fare pic nic ce n’è tanto…io mi immolo per la causa e ti faccio da cavia ;-)
e vabbè… insomma non ci vuoi raccontare le tue esperienze “estreme” con il pubblico, però un po’ le immagino :) . Abbiamo un patrimonio d’arte che il mondo ci invidia e non siamo in grado di valorizzarlo; l’educazione “al bello” passa anche attraverso il sostegno pubblico e cosa ti vuoi aspettare da un Paese dove, quando si devono tagliare risorse, i primi a farne le spese sono proprio musei & C?
Passo alla tua torta che è meglio. Mi piace tanto. Primo perché adoro la pasta matta, che, a torto o a ragione, considero d’origine ligure ed io ci sono venuta grande. Mia mamma non conosceva né brisée né frolle salate, quindi gli unici “gusci” delle torte salate erano costituiti da questo tipo di pasta. Secondo, la semplicità del ripieno, saporito, ma leggero e totalmente vegetale (oltre alla presenza delle olive taggiasche ;)), me la rende ancor più gradita. Il pangrattato a volte lo uso anch’io e forse in questo caso la sostituzione non avrebbe “funzionato”, ma nei ripieni a base di uovo e verdura, hai mai provato a mettere un pugnetto di riso crudo? Un abbraccione e un buon giorno che a te :)
“Eh ma siamo in Italia”, e via ai paragoni con le altre città europee.
E’ vero che musei famosissimi in alcune capitali sono totalmente gratuiti, ma appunto, siamo in Italia e se vogliamo crescere abbiamo bisogno anche di denaro.
Poi dipende anche dalla regione e dalla città: perchè se è famosa vuol dire che ne vale la pena, se è più sconosciuta “chi me lo fa fare”.
E andiamo avanti con il qualunquismo…
Comunque questa torta la farò senza ombra di dubbio perchè dove ci sono le olive taggiasche ci sono io!
Alice
Riflessioni giustissime e ricetta molto gustosa! Sei forte!! :)
Eh, che dire?! Che hai una ragione del diavolo! Ma poi i “geni del male” ti tirano sempre fuori gli esempi ango-sassoni, senza rendersi conto che si tratta di un patrimonio ben diverso e di un sistema diametralmente opposto.
Sai che potremmo andar avanti per ore e ore?!
Meglio pensare a questa torta, davvero interessante per l’abbinamento di carciofi e taggiasche.. e io adooooro le olive!