Ricetta della tradizione: pasta battuta con la seppia
La scorsa settimana ha riaperto la pesca qui a Rimini, ed ecco che ho potuto preparare una ricetta tradizionale che avevo in mente da tempo. Questa cosa della pesca sospesa in estate andrebbe ricordata a quei turisti che arrivano nei ristoranti di pesce della riviera pensando di mangiare sempre e solo pesce fresco dell’Adriatico… Signori, il mare Adriatico è sempre meno pescoso e da metà luglio a fine agosto non ci si può pescare. E anche adesso che si è potuto ripopolare la situazione non è poi così tanto migliorata. Si sono fatti molti danni in passato, difficilmente con un mese e mezzo di sospensione all’anno si può risolvere la situazione…
Ma veniamo alla mia proposta, dicevo che avevo in mente una ricetta semplice, con pochi ingredienti e che, proprio per questo, aveva bisogno di avere il meglio a disposizione: seppie fresche e farina di qualità. E’ una preparazione tradizionale quasi dimenticata e che difficilmente ho avuto la fortuna di assaggiare nei ristoranti, strano perché è molto facile da fare e con pochi ingredienti si ottiene qualcosa di assolutamente squisito.
La pasta battuta, altrimenti detta “grattini”, è alla portata di tutti, non serve il matterello ma basta preparare un impasto piuttosto sodo (per 200 g di farina un solo uovo grande), lavorarlo energicamente e poi tagliarlo a fette. Queste vanno poi fatte riposare un paio d’ore perché si possano seccare e poi usando un coltello come quello che vedete in foto sotto e che in casa si è sempre distinto da tutti gli altri perché declinato al femminile, la coltella, cominciare a tagliare le fette in modo irregolare tritando la pasta… un po’ come si farebbe con il prezzemolo. Ho usato l’ultimo assaggio di farina di grano Verna per fare questa pasta, non potevo non provarla in una pasta fresca e non mi ha delusa, certo essendo una farina di tipo 2 è risultata molto tenace durante la lavorazione ma assicuro che il suo profumo e il sapore erano molto diversi da una semplice farina 00.
Una piccola nota sulla storia di questa ricetta che ho ripreso da un libro che amo e che è fonte d’ispirazione ogni volta che decido di cucinare del pesce (vedi i pici con le vongole). Si intitola “Purazi… Doni!” ed. Panozzo, in accompagnamento alla ricetta una testimonianza racconta che la pasta battuta con la seppia veniva preparata in primavera quando i delfini passavano lungo lo scanno e mangiavano le teste delle seppie. Le seppie “delfinate” venivano cucinate in questa maniera ed esiste un detto romagnolo che suona così: la jè na soepa delfineda, cioè “è una seppia decapitata” e si diceva di una ragazza poco attraente.
Sempre lusinghieri i romagnoli! ;)
Pasta battuta con la seppia
200 g di farina tipo 0 (io farina di grano Verna)
1 uovo grande
1/2 kg di seppie
1 cipolla piccola
1 cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro
olio extra vergine d’oliva
pepe q.b.
Preparare la pasta lavorando la farina con l’uovo*, formare un panetto lungo e tagliarlo a fette. Lasciare asciugare le fette sul tagliere per un paio d’ore. Quando si sarà un po’ seccata fare un “battuto” con la pasta e lasciarla da parte.
Pulire le seppie e lavarle bene sotto l’acqua corrente, tagliarle a strisce e poi tritarle grossolanamente. In una casseruola far soffriggere in abbondante olio la cipolla tritata finemente. Unire le seppie al soffritto, farle rosolare e poi aggiungere il triplo concentrato sciolto in mezzo litro d’acqua abbondante, dovrà cuocere per un’ora e mezza, in caso aggiungere un po’ di acqua calda durante la cottura.
Aggiustare di sale se necessario e buttare i la pasta battuta che dovrà cuocere 5 minuti. Servire con abbondante pepe macinato fresco e un pizzico di prezzemolo tritato. (dosi per 4 persone)
*Potreste avere dei problemi ad ammassare la pasta con un uovo solo, anche se grande. Io ho usato un “extra large” ma se non ne avete a disposizione potete usare questo trucchetto che ho imparato da mia nonna : bagnarsi un po’ le mani e continuare ad ammassare fino a quando non starà insieme. Considerate che dovrà essere un impasto piuttosto duro in ogni caso.
Non avevo mai, mai sentito di questa preparazione.. mi hai davvero stupita e incuriosita: deve essere deliziosa, peraltro! <3 Grazie e un abbraccione!
Tu con queste ricette mi incanti.
La faccio, manco a dirlo. Sarà un modo per portarmi dietro l’amato Adriatico anche da quest’altro lato dell’Italia… :)
Si, è proprio il caso di provarla, non sono “coltella” dotata ma trovo che il gesto di tritare la pasta come fosse prezzemolo sia un ottimo antistress :) e poi sembra pure facile, ci provo, grazie mille!
Un abbraccio e buona giornata
Il mare poco popolato di creature dote di squame e non, purtroppo e’ una realtà anche Elbana…anche lí é arrivata la crisi! Adoro le seppie così come tutti i molluschi, e la farina 2 ( tenace come dici tu) io la preferisco! Dovrei tentare di buttarmi sul salato…ci penserò e certamente mi farai da maestra….mi presti la ” coltella ” però !!!!!!
Un bacio e buon inizio settimana!
Quanto mi piace quando posti i piatti della tradizione…Ne avessi anche io! Nella provincia di ancona purtroppo non è così viva la tradizione culinaria, almeno non come da te o perlomeno io non sono a contatto con chi potrebbe rammentarmi qualche ricettina succulenta…e pensa che la mia bisnonna era panettiera! Magari avessi potuto avere qualche dritta..: purtroppo le sorelle di nonna che sono ancora vive o non sanno fare manco un uovo sodo o non ci sono più con la testa..:(
troppo bello l’aneddoto delle seppie delfinate e anche il lusinghiero modo di dire…Come stai Mari?
Ah, scusa, un’altra cosa…ma un uovo, seppure grande davveor si riesce a lavorare con 200g di farina? No è che normalmente si usa un uovo ogni 100g di farina e allora penso che sia un’impresa titanica….
Infatti lo è, soprattutto con una farina di tipo 2… ma con una 0 come ho indicato dovrebbe essere più facile. Bisogna armarsi di pazienza e ammassare. Se proprio vedi che non riesci a farlo stare insieme il trucco che mi diceva la nonna era quello di bagnarsi le mani e ricominciare ad impastare :)
Magari lo metto anche sotto la ricetta, così lo leggono tutti. Un bacione
Anche io faccio così, mi bagno le mani e impasto…;P
Come sto? Stanca morta è dire poco… Mi sa tanto che ho fatto male i miei conti, due lavori da incastrare sono difficilissimi e snervanti. Diciamo che resisto: barcollo ma non mollo ;) Ancora un bacio
Immaginavo che fossi parecchio impegnata,….Ti vedo meno in giro per i social…;) Oh, vedi, se deve diventare un incubo molla uno dei lavori…
Un piatto tradizionale dal gusto intenso! Mi ispira un sacco. Non ne avevo mai sentito parlare.
“Simpatico” anche il modo di dire.
Speriamo che la salvaguardia dei nostri mari e del pesce sia sempre fatta nel migliore dei modi.
Fabio
Guarda, questa la salvo, la copio, me la segno sull’agenda.. sono sempre alla ricerca di piatti di pesce, e una zuppa come questa sembra semplicemente perfetta.
La rifarò al più presto!
.. che poi perché la bruttezza spesso passa attraverso paragoni col mondo marino? Guarda lo scorfano (che in effetti bellino non è.. ma quant’è buono!!) ;)
La parola “grattini” mi piace tanto perchè la lego al mio gatto e alle coccole che ci facciamo… :-) Non conoscevo questo piatto, ce lo presenti così bene che vorrei un mestolo, un piatto fondo e un pò di tempo per gustarmelo… le zuppe di pesce sono la mia passione!
Un piatto in cui mi ci affogherei, bellissima ricetta. Non ne avevo mai sentito parlare.
Un plauso a te, mia cara Mari, per aver posto l’accento su uno dei gravi problemi che affligge il mondo: la scarsezza di pesce. Stiamo consumando le nostre risorse quindi noi foodblogger dovremmo avere maggiore coscienza nei confronti delle materie prime.
La tua pasta-zuppa è meravigliosa e le tue spiegazioni sulla basta mi fanno venire voglia di prendere un mattarello.
Sei proprio brava.
un abbraccio
Apprezzo sempre queste ricette della tradizione. Grazie per averla proposta, la proverò.
Un caro saluto.
Ci sono poche cose che mi riconciliano con la mia romagnolità latente, tanto presente nel mio accento e nel mio modo di fare, e quella che invece inconsciamente ogni giorno sopprimo. Mi sono persa come sempre, dicevo. Ci sono poche cose che mi riconciliano con questo sentimento profondo: qualche poesia, qualche ricetta, e il tuo blog. Che con ricette fotografie e aneddoti le mette tutte insieme.
Bello. Ho amato profondamente il detto della seppia delfinata, ciao “ma alòura t’vè in Sardegna ‘slà Maròina?”
Quel caffè x3 è ancora in sospeso, don’t forget.
p.s. noi di Santarcangelo i grattini li chiamiamo “battutini” :p
Vero… e lo so che avevamo un caffè per tre in sospeso. E pensare che sono stata anche a Santa qualche volta quest’estate ma sempre di corsa sempre in compagnia di altre persone. Rimedieremo anche se non so ancora quando. Mille baci tesoro mio
Deve eseere sublime!
Ne mangerei una pentola intera…. Non conoscevo questa ricetta, ma mi prende davvero la curiosità, chissà…
Elli
veramente una ricetta molto interessante e sopratutto ho imparato qualcosa di nuovo e della tradizione..
Marina ma quanto mi piacciono queste ricette? Grazie per questo post!
Tra l’altro le foto sono bellissime :)
Un bacino
Ciao Marina, questa pasta non la conoscevo, divertente il modo di lavorarla come battuto. Semplice e davvero originale! Una ricetta cosi’ emana il suo profumo anche attraverso il web. A presto :)
Ciao,
passa da me e troverai una sorpresa spero gradita:
http://semivaniglia.blogspot.it/2013/09/red-carpet.html
A presto.
Floriana
Ah che divertimento leggere i tuoi post “romagnolovero”! E poi adoro quando inframmezzi con il dialetto e racconti delle vostre usanze. La coltella ce l’ho anche io, ed è quella che notoriamente uso per fare le tagliatelle. Pefettamente affilata, è lì che aspetta solo di essere riusata.
Io amo i grattini, anche se in formato più piccolo. Nella tua minestra di seppia, mi fanno una gola infinita…e poi adoro il tuo pentolino di alluminioooooo!
Un bacio dona!
Pat
Io che mi credevo di saperla lunga, scopro solo ora che la pesca nell’Adriatico viene chiusa nei mesi estivi…
Questa ricetta mi affascina moltissimo, credo che con un po’di tempo e di fortuna, la riproporrò sulla mia tavola.
A proposito..foto incantevoli! :)
Manuela
Io l’ho mangiata in un ristorante di Rimini e grazie alla tua ricetta l’ho fatta più volte…ho stupito tutti….tu di dove sei esattamente?
Ciao Giovanna! Io sono di Rimini e sono molto contenta di sapere che la ricetta ti sia piaciuta e che abbia stupito i tuoi ospiti, grande risultato!
Un caro saluto
Marina