Crème Caramel della zia Anna
La ricetta del Crème Caramel è la sua perchè, gira che ti rigira, il sapore che volevo era quello che da più di vent’anni mi accompagna ogni volta che la zia Anna si mette ai fornelli e ci ritroviamo allo stesso tavolo. Certo, le 12 uova che ci sono all’interno non sono quelle delle sue galline, ma non potevo certo pretendere che si mettessero all’opera per me.
E ci voleva l’occasione giusta per poterlo preparare perchè la dose per il crème caramel della zia è sempre stata questa: 10 tuorli e 2 uova intere, non una di più, non una di meno. E, per quanto la buona volontà non mi manchi, non potevo certo prepararla per 4-6 persone per poi doverla smaltire io ;-)
Ma ecco che la gitarella in Franciacorta con le amiche di sempre mi è venuta in aiuto: c’erano delle bottiglie da smaltire, c’era una volentorosa e straordinaria amica che si metteva ai fornelli (e cucinava una cena di pesce degna di un re e della sua corte) e serviva un dessert. Ho risposto alla chiamata: presente, ci penso io!
Il risultato mi ha soddisfatto, il sapore era quello giusto, sulla consistenza ci devo lavorare ancora ma di sicuro delle monoporzioni sarebbero state più semplici da controllare come primo esperimento. Grazie zia, mille baci a te e ai tuoi cavalli di battaglia! (la prossima volta si va di piada sfogliata ma deve venire anche Rossella, gliel’ho promesso!)
Ma veniamo alla ricetta, pochi ingredienti e alcune accortezze della zia…
Crème Caramel
1,5 l di latte intero
200 g di zucchero + 4 cucchiai per il caramello
2 scorze di limone
1 bacca di vaniglia
12 uova (10 tuorli e 2 intere)
In una pentola capiente versate lo zucchero e il latte. Aggiungete le scorze e i semi della bacca di vaniglia e mettete sul fuoco. Portate a bollore facendo attenzione e mescolando fino al completo scioglimento dello zucchero.
Togliete dal fuoco e fate riposare il composto per una giornata.
Trascorso il tempo battete in una ciotola capiente i tuorli e le uova, fino a formare un composto uniforme, aggiungete il latte aromatizzato e mescolate.
Nello stampo del creme caramel versate 2 cucchiai di acqua e, dopo, i quattro di zucchero. Mettete sul fornello (usando uno spargifiamma) e create il caramello. Dovrà essere bruno e consistente.
Una volta pronto il caramello, lasciatelo intiepidire e poi versate il composto di latte e uova nello stampo.
Sistemate lo stampo in una teglia per bagnomaria e infornate in forno caldo a 150 °C per 2 ore*.
Una volta cotto sfornate e lasciate raffreddare per poi mettere il crème caramel in frigorifero per almeno una notte. Capovolgete lo stampo in un piatto con dei bordi alti per poter contenere il caramello e servite.
*La temperatura del forno è indicativa, di sicuro è meglio cuocere ad una temperatura un po’ più bassa per più tempo. Dipende sempre dal vostro forno. Io ho seguito le indicazioni e come si vede sono usciti dei buchini che sono sintomo di cottura a temperatura eccessiva che ha fatto bollire l’acqua provocando i buchini. Il mio forno doveva stare a 140-135 °C, la prossima occasione sarà quella giusta per ottenere un crème caramel liscio liscio.
Marina carissima,
oggi mi hai offerto un dolce alla Proust!!
Quante volte, da piccolo, ho mangiato questo dessert e come l’ho amato!!
Certo era uno di quelli in bustina, il cui contenuto si versava nel latte bollente, cinque minuti di cottura a poi in frigo a raffreddare.
Questo tuo è un altro mondo, una di quelle coccole che ti riscalda e mi farà ritornare alla mia fanciullezza, ma una fanciullezza sicuramente molto più gustosa e dolce, un ripercorrere il tempo della memoria, rinfrescata e rinvigorita e, tutto ciò, grazie a te e a Zia Anna.
Quale messaggio lasciare a Voi due se non un infinito grazie e un abbraccio affettuoso.
Mai parole fuorono più gradite Francesco!
Preparare i dolci della memoria, mia o altrui, mi scalda il cuore… Grazie per essere passato a raccontarmelo. Un grande abbraccio
Mariiiiii! oddio che roba “pluffete, pluffete!!!!” Cioè vien voglia di far la prova ditino anziché stuzzichino da denti!!! ma è meravigliosoooooo! le dosi son troppo fighe! mia nonna (non so se te l’ho mai detto) nella sua “gioventù” diciamo così.. quando è scesa da Milano per trasferirsi qui a Mercatale, prima di mettersi al servizio di medici vari come governante e baby-sitter (ha cresciuto più pargoli lei di non so chi!) aveva una pizzeria al taglio… purtroppo io non ho potuto vederla, si parla di quando mia mamma era piccola..anni ’70 ca .. bene, lei aveva (ed ora ho io a casa) un manuale di pasticceria (che non so per quale motivo è dedicato anche alle casalinghe) con le dosi stratosferiche e strafighe! quindi tipo la crema 12 uova… oppure non so… di tutto… ci sono anche i confetti, le caramelle, i pasticcini.. tutto diviso per tematiche e con dosaggi superlativi, che non basta dimezzare! ahahahaaa…. ehm… per la piada, sfogliata (crostolo qui!) posso partecipare anche io.. una piccola… porto prosciutto del babbo mio! eh???
comunque… direi che come prima volta è venuta bene un bel po’!
sai che ho fatto le “pastine-biscotti al miele?” ;) che buoni.. però prox volta calo un pochino…ancora col dolce non vado molto d’accordo-..
Manu-migliomelomagno!
Ps: anche qui ci sta la zia Anna detta Netta!
baci baci pluffete pluffete|
La consistenza di questo dolce è qualcosa di speciale, viene proprio voglia di infilarci le mani per toccarlo e non solo, Manu!
Il manuale della nonna è di sicuro uno spettacolo, me lo immagino. Una volta i dolci si preparavano di rado e di sicuro si era in tanti intorno alla tavola in quelle occasioni.
W le zie! Baciotti
Ho provato a farlo una volta e mi sono uscite uova zuccherate, ho provato un altra volta e sembrava una frittata alla vaniglia… chissa che con questa ricetta non sia la volta buonaaaaaaa! Grazie a te e alla zia per la ricetta! A presto LA