Pane ritorto ai capperi
Ci sto prendendo gusto a far lievitare le pagnotte.
Confesso che ancora non mi è chiaro il discorso della perfetta incordatura ma il pane sembra uscire bene anche senza queste informazioni (un po’ meno la pizza, purtroppo).
La curiosità mi ha fatto scegliere, fra i tanti formati di pane a disposizione, quello visto da Barbara e salvato ormai un paio di anni fa. Il formato ritorto è molto fotogenico e di sicuro non così difficile da preparare come sembrava a me.
Preparare un pane, per quanto diverso nelle forme e aromatizzato con dei capperi, è sempre un rito magico. Qualcosa di speciale e scaramantico accompagna questa preparazione; ricordo benissimo mio nonno che girava le pagnotte finite a testa in giù sulla tavola, oppure la “necessità” che mi accompagna ancora oggi a finire il pane che ho toccato (e giro anche le pagnotte, inconsapevolmente). Credo sia una forma di rispetto che mi è stata passata in maniera semplice, attraverso il “buon esempio” verso qualcosa che è diventato comune nell’alimentazione di tutti i giorni solo negli ultimi sessant’anni.
Ci ho preso gusto e vorrei proprio continuare a sperimentarmi, avete delle ricette da suggerirmi? Senza lievito madre per favore, qui l’abbiamo ucciso già due volte e fatico a gestire i miei sensi di colpa ;)
Pane ritorto ai capperi
250 g di farina di tipo 1 macinata a pietra
200 g di farina 0 biologica
5 g di lievito secco in granuli
270 ml di acqua tiepida
1/2 cucchiaino di sale
50 g di capperi sotto sale
1 cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
Sciacquate bene i capperi in acqua corrente per fargli perdere la maggior parte del sale, scolateli e tamponateli con carta da cucina. In una ciotola, sciogliete il lievito nell’acqua tiepida. A seconda del tipo di lievito che userete, a questo punto potrebbe essere necessario attendere 10-15 minuti per la sua attivazione. (Quello che ho utilizzato io non la prevede.)
Mescolate le due farine e incorporate l’olio e l’acqua con il lievito. Unite i capperi e impastate finché non otterrete un impasto liscio, piuttosto morbido (io ho usato la planetaria con il gancio finché l’impasto non ha iniziato a incordare). Trasferite su un piano infarinato e lavorate ancora per qualche minuto.
Formate una palla, fate una piccola incisione sulla superficie e coprite con un telo. Sistemate l’impasto in un luogo caldo (io lo metto nel forno spento con la luce accesa) e fate lievitare per circa 3 ore, fino al raddoppio. Dividete il panetto in due metà e formate due filoncini. Arrotolateli su se stessi dandogli una forma ritorta, sistemateli su una teglia coperta da un foglio di carta forno e spolverateli di farina. Copriteli con un telo e fateli riposare per una mezz’oretta. Scaldate il forno a 220 °C, spruzzate l’interno con acqua vaporizzata prima di inserire la teglia con i filoni. Fate cuocere per 20-25 minuti finché non saranno belli dorati, spruzzando ancora l’interno del forno con acqua vaporizzata a 5 minuti dal termine della cottura. Fate raffreddare completamente prima di tagliare a fette.
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Mari, ti scrivo al volo due scemenze perché sto per partire per Arezzo…
tu non smettere di fare sti pani con il lievitino secco come piacciono a me che zono alla mia portata da demente…. il formato ritorto CI PIACE perché più torta de me dimme chi c’è!? mi sa che non ci metto i capperi, per mamma che ha problemini di masticazione e quindi il durello è un problema, ma vista la mollichina soffice glielo faccio di sicuro…
grazie impastatrice mia!
Manù
Facciamo che cresciamo insieme in questa avventura panosa, eh?!
Ormai sarai già arrivata… Buona vacanza Manù <3